Messina Lucio

E’ morto Lucio Messina, il 5 settembre scorso aveva compiuto 88 anni. Direttore Onorario dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee è stato direttore dell’Ente Provinciale Turismo di Palermo. A lui si deve la creazione di Ustica come destinazione turistica e l’istituzione, anni dopo, della Riserva Marina Isola di Ustica.

Nell’ambito dei festeggiamenti per i 60° anni della Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee svoltasi ad Ustica nel mese di luglio 2019, gli era stata consegnata una targa e nel ricevere questo gradito riconoscimento, Lucio Messina ricordava:

“Com’è lontano il 1959! Sessant’anni! Una vita intera. I primordi della storia di Ustica Turistica. E avvenne allora, sessanta anni fa, il mio personale colpo di fulmine con l’Isola.

Da giovane funzionario dell’Ente del Turismo mi appassionai alla sfida: lanciare nel mondo la Sicilia attraverso Ustica. Un’isola sconosciuta ma perfetta, con un mare cristallino e una natura rigogliosa. E persone sincere e intelligenti. Con un passato da prigione, ma un fulgido futuro ambientalista. E, con Ustica, volevamo lanciare un nuovo concetto di Sicilia – scientifica, allegra, all’avanguardia – e volevamo farlo a livello internazionale. Volevamo strappare Ustica al suo destino di luogo di confino e soggiorno obbligato. E proprio nel 1959 si aprivano le inesplorate frontiere della subacquea!

E noi quindi, siciliani alla periferia dell’Impero, ci mettemmo alla ricerca dell’idea, nuova, originale, capace di resistere nel tempo. Un’idea che esaltasse la bellezza e il fascino di Ustica: il suo panorama, il suo mare, i suoi fondali. Fu quasi obbligata quindi, la scelta per una manifestazione che interessasse i subacquei. L’Isola non era ancora, com’è invece oggi, anche per nostro merito di Accademia, la prima Grande Riserva Marina d’Italia (oggi AMP). Era però già un vero paradiso per i subacquei. Non fu difficile quindi, parlare subito di Rassegna, e di Rassegna Internazionale di Attività Subacquee. Una manifestazione innovativa, che presentasse tutte le novità del settore – scientifiche, visuali, ludiche e commerciali – e che costituisse un punto d’incontro, un appuntamento annuale per riunire scienziati e giornalisti, atleti e amatori, fotografi, cineasti, scrittori, inventori, industriali, che comunque avessero a che fare con il mondo sottomarino e il sub. E che venissero da tutto il mondo! E già allora, fu intuitivo e facile battezzare Ustica, Capitale dei Sub. 

È sufficiente scorrere i programmi delle sessanta Rassegne Internazionali delle Attività Subacquee di Ustica, per confermare la primogenitura di Ustica nei settori delle mostre di attrezzature subacquee, di fotografia, di editoria, di archeologia, di biologia, di ricerca, di protezione dell’ambiente marino, dei festival di cinematografia subacquea, dei concorsi di fotografia subacquea, della pittura subacquea in estemporanea, della televisione, con il primo spettacolo televisivo sottomarino (e forse unico al mondo, ripreso dalla RAI-TV). 

Fu ventisette anni dopo che riuscimmo (riuscii?) a creare la Riserva Marina Isola di Ustica, seconda in Italia dopo la minuscola Miramare di Trieste, e sull’esempio di Porquerolle in Francia. E questo dopo 10 anni di negoziato con l’isola e soprattutto i pescatori. E tutto, grazie alla Rassegna, e soprattutto all’Accademia Internazionale delle Attività Subacquee, che era nata con l’amico Lele Pallotta, pioniere della medicina iperbarica nel mondo. Con lui decidemmo che tutti i Tridenti d’Oro -i Nobel del Mare- sarebbero stati automaticamente membri della neonata Accademia Internazionale delle Attività Subacquee di Ustica, di cui io fui il primo direttore e Lele il primo presidente. Tutti gli amici scienziati della Rassegna già percepivano, prima del tempo, la necessità di porre attenzione e preservare l’ambiente sottomarino.

Un’intuizione di giovani, e anche ignoranti siculi, (non avevamo dati sull’ambiente e sul mare, ai tempi, come per fortuna avete oggi), però animati da entusiasmo e volontà! E così Accademia fu!  Ed oggi, validissimi signori e signore portano avanti la torcia dell’Accademia, e la trasmettono ai loro allievi, figli, studenti”.

Un ricordo di Giulia D’Angelo

Lucio Messina è morto una settimana fa. E’ andato a raggiungere la sua adorata Maricetta. Si è spento nel sonno silenziosamente. Da vero gentiluomo, senza disturbare nessuno, come era il suo stile. E’ stato lui circa 60 anni or sono, ad inventarsi la Rassegna della Attività Subacquee di Ustica, con il premio Tridente d’Oro, facendo così conoscere la piccolissima isola a numerosissimi subacquei di tutto il mondo.

Ustica per me era una chimera. Negli anni 70, le comunicazioni con l’isola, da Palermo erano scarse e per prendere il traghetto era necessario dormire un giorno nella capitale siciliana. Se per caso il mare era mosso, il traghetto non partiva. Quindi quando Lucio Messina, che ormai da anni organizzava la Rassegna, venne a trovarmi a Roma, nella Libreria Internazionale Il Mare, gli raccontai delle difficoltà che incontravo per raggiungere l’isola. Lucio mi disse – “ti inviterò alla prossima Rassegna per organizzare una mostra di libri di mare”. Da allora tornai ogni anno sull’isola su invito di Lucio e partecipai a vari dibattiti e incontri, fin quando nel 1999, con l’appoggio di Maricetta Messina, mi fu consegnato, tra le pochissime donne, l’agognato Tridente d’Oro. Mi trovai così in compagnia dei “mostri sacri” della subacquea con 

Cousteau, Quilici, Ferraro, Cafiero, Ripa, Maiorca, Mayol, e tanti altri. Ero emozionantissima quella sera, sul palco della piazza di Ustica e non riuscii a parlare. Firmai, tremante, la carta che attestava la mia cittadinanza onoraria all’isola. Poi fui invitata sulla Bannock da Raffaele Pallotta, il presidente in carica dell’Accademia. Sulla nave persi la spilla d’oro del Tridente che mi era stata donata insieme al diploma e alla scultura di lava dell’isola con un grande tridente. Ero disperata, ma Lucio mi disse non ti preoccupare te lo farò rifare – e così fu. Ricordo con gioia le immersioni in apnea sul gommone di Lucio con la giovanissima Roberta e le risate di Maricetta che raccoglieva e mangiava i ricci a mare, 

Sempre con Lucio organizzammo la prima Biblioteca Internazionale del Mare, sistemata all’inizio, dentro la Torre dello Spalmatore. Lucio credeva molto all’amicizia e trovava sempre modo di incontrare gli amici. Mi invitò insieme a Maurizio, mio marito, nella sua casa di San Maritino e in quella, proprio sul mare, di Cefalù. Mi fece conoscere Pantalica (sito archeologico in provincia di Siracusa) e mi portò in giro per le Madonìe, facendomi amare ancora di più la bellissima terra di Sicilia, che lui conosceva benissimo. Ora non posso credere che non sia più tra noi e mi viene da dire: Ciao Lucio, salutami Maricetta.

Giulia D’Angelo

25 Ottobre 2019

Un ricordo di Mimmo Drago

Lucio Messina, se n’è andato, adesso nuota nel cielo con la sua Maricetta e tra le nuvole guarda le trasparenze liquide dell’isola di Ustica, mentre le lacrime inondano gli occhi dell’amata figlia Roberta, dei nipoti tutti, del genero e di tutti coloro i quali lo hanno amato e rispettato.

Fu il Direttore per tanti anni dell’A.A.P.I.T. (Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico) di Palermo, prima denominata E.P.T. (Ente Provinciale per il Turismo), ubicata nella sua sede storica di Piazza Castelnuovo, di fronte il Teatro Politeama Garibaldi, posto proprio nel cuore della città.

Parlare di Lucio Messina, raccontare 60 anni di Rassegne Internazionali delle Attività Subacquee svoltesi nell’isola di Ustica e descrivere la stessa: l’Isla Negra dei poeti, è la medesima cosa.

Lo conobbi impeccabile nel suo abito grigio di grisaglia, dietro una scrivania in quella sede prestigiosa che raccontava una città che oggi crea sofferenza in chi la ama.

Ritagliò un breve appuntamento in quella sua agenda piena di incontri e ascoltò con attenzione ciò che avevo da dirgli.

Ero un giovane subacqueo allora e la Rassegna di Ustica era per me un miraggio, ma volevo andare per incontrare i “Padri” della subacquea mondiale.

Avevo davanti ai miei occhi colui che aveva trasformato quello scoglio nero di lava in una meta turistica prestigiosa, colui che era riuscito, inventandosi tutto, a fare di Ustica la Capitale Mondiale dei Subacquei.

Che aveva creato anche la prestigiosa Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee e il premio “Tridente d’Oro”, sogno ambito di tutti gli innamorati del mondo del silenzio.

Quell’isola, fascinosa e sensuale, dopo essersi confrontata con i migliori arpioni del mondo, divenne laboratorio di idee che nascevano nei convegni e nelle tavole rotonde ben articolate dove sedevano scienziati e sportivi, esploratori e romantici, fu così che decisero di lasciar nuotare per sempre i pesci nel controluce delle nostre emozioni.

Le pietre sorrisero, la vita prevalse ed Ustica fu incoronata Prima Riserva Marina d’Italia, mentre lui, Lucio Messina, che ancora una volta ne era stato l’artefice, meritò di dirigerla e condurla nell’Olimpo della grazia e della bellezza.

Trascorsero gli anni ed ancora oggi le alghe, che sembrano dormire, ricordano i suoi occhi e quel nuotare leggero tra le proprie fronde, tenendo per mano Maricetta.

Lucio era questo, un innamorato del mare, ma era anche uno scrupoloso osservatore, un dirigente instancabile portatore di idee geniali, un attento e puntuale pianificatore di eventi, un uomo gentile e cortese, elegante e garbato che aveva il ritmo dei grandi perché grande era lui stesso.

Soffrì molto quando le risorse, necessarie per mantenere alti quegli eventi, si estinsero e allora si mise di lato, con lo stile e l’armonia che possedeva, lasciando ad altri l’opportunità di prendersi cura di tutto ciò che lui con umiltà e intelletto aveva creato.

E’ risaputo che il rispetto, l’apprezzamento, l’ammirazione e l’amore non conoscono le proprie profondità fino al momento della separazione, quando il ricordo diventa ormai culla in cui noi tutti vorremmo farci dondolare da quell’onda trasparente che è la metafora della nostra anima che ancora non si è sopita!

Ciao caro Lucio, porta con te tra le nuvole il nostro eterno ricordo ed il pensiero infinito di tutti colori che ti hanno donato affetto e stima.

E solo Dio sa quanti sono!

Mimmo Drago