1^ RASSEGNA SUBACQUEA INTERNAZIONALE – 11^ MARE NORDEST

Si è svolta a Trieste il 16, 17 e 18 settembre 2022 la 1^ Rassegna Subacquea Internazionale in concomitanza con l’11^ edizione di Mare NordEst, entrambi gli eventi sono stati organizzati dall’associazione Mare Nordest. Il programma ha visto alternarsi i conferimenti di 7 Tridenti d’Oro, 1 Academy Award, le conferenze di 4 Tridenti d’Oro e vari eventi culturali scientifici. Si è svolto fra la prestigiosa cornice della sede della Regione Friuli-Venezia-Giulia ed una tensostruttura in Piazza Unità d’Italia. Nella foto il Consiglio Direttivo, i neo Tridenti, i conferenzieri

Tutti i conferimenti e le conferenze sono stati presentati dal Direttore Edoardo Pavia che ha svolto anche le funzioni di interprete multi-lingue mentre il conferimento materiale del premio, con la lettura della motivazione e la rituale affissione della spilla sulla giacca del premiato, sono stati effettuati, come prevede il cerimoniale, dal Presidente Paolo Ferraro.
Un gesto di valore e sempre denso di significati. Tantopiù oggi quale suggestivo recupero d’una consuetudine che era molto mancata nelle premiazioni in precedenza avvenute necessariamente on-line causa Covid.
Nella foto Edoardo Pavia, a destra, presenta lo speleosub Rick Stanton.

A questa apertura della manifestazione nei locali della Regione Friuli Venezia Giulia hanno assistito personalmente tutte le Istituzioni intervenute, nelle persone del Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, dell’Assessore Fabio Scoccimarro, dell’Ammiraglio Luca Sancilio oltre a Maria Cristina Pedicchio (Presidente Mare Vivo Fvg e membro del Consiglio di Amministrazione dell’OGS, Paola Del Negro (Direttrice dell’OGS), Ester Colizza (Direttice Museo Dell’Antartide), Maurizio Marzi Wildauer (Presidente Trieste Trasporti), Bruno Zvech (Direttore dell’Accademia Commerciale del Nord Adriatico), Paolo Polidori (Sindaco di Muggia e già Vice sindaco di Trieste), Serena Tonel (Vice Sindaco di Trieste), Ezio Rojc (Capo Nucleo Sommozzatori del Friuli Venezia Giulia), Giorgio Brandolin. Nella foto il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

Richard “Rick” Stanton, l’inglese considerato una leggenda vivente nel campo della speleologia esplorativa e subacquea, con all’attivo 40 anni di passione dedicata a spostare in avanti le frontiere stesse dell’esplorazione delle viscere della Terra.
Di questo arco temporale ha fatto parte nel 2018 l’impresa di ricerca, recupero e salvataggio dei 12 ragazzi tailandesi e del loro allenatore rimasti prigionieri della grotta Tham Luang a causa degli allagamenti per le precipitazioni piovose.
Insieme all’amico John Volanthen, Rick condusse un team di sub speleologi nella più urgente e complessa operazione di salvataggio speleosub mai fatta, conclusasi con un pieno ma sofferto successo, dato che costò la vita proprio a uno dei soccorritori! Quella vicenda d’audacia e altruismo viene rievocata nel film del regista Ron Howard dal titolo “Tredici vite”. La relazione di Richard Stanton naturalmente non è stata da meno e il conferimento del Tridente d’Oro per primo gli ha permesso di “capitanare” degnamente il manipolo dei magnifici otto premiati di questa seconda edizione 2022.
Nella foto l’Assessore all’Ambiente della Regione FVG Fabio Scoccimarro, Rick Stanton, il Presidente dell’Accademia Paolo Ferraro.

Prof. Fabrizio Antonioli, geologo-geomorfologo, ex Dirigente di Ricerca Enea e ora ricercatore Associato CNR-IGAG in Roma, abilitato Professore Ordinario di Geomorfologia fino al 2023. Parallelamente Operatore scientifico subacqueo dal 1989, dal 2018 regista videosub dedito ai docufilm di area ambientale subacquea, analizza soprattutto i cambiamenti climatici in base ai loro effetti sullo stato delle coste, con all’attivo 155 pubblicazioni scientifiche sulle variazioni di livello del mare, dal passato remoto al futuro prossimo. In quest’area di ricerca nel 2012 mise a punto – insieme all’ideatore Prof. Stefano Furlani dell’università degli studi di Trieste – il progetto GeoSwim, finalizzato alla mappatura geomorfologica “a nuoto” di tutte le coste. Il progetto, su cui ha incentrato la sua relazione, prevede cioè il rilevamento delle coste rocciose del Mediterraneo in cui gli operatori conducono in snorkeling un barchino speciale in grado di raccogliere continuamente un insieme di dati: foto e immagini filmate sopra e sotto la superficie, video 360°, dati fisici dell’acqua marina, specie la temperatura e la conducibilità elettrica, ecc. L’obiettivo programmato a lungo termine è ambizioso e cruciale al tempo stesso, prevedendo lo studio di tutto il perimetro “terracqueo” del Mediterraneo: qualcosa come 25.000 km, di cui al momento ne sono stati rilevati circa 500.

Frédéric Di Meglio medico, asso francese della fotografia subacquea, Campione del Mondo Fotosub – in tutte le categorie – e Presidente F.F.E.S.S.M. (Fédération francaise d’etudes et de sports sous-marins) dal 2021, dopo esserne stato segretario generale per svariati anni. Con lui gli astanti hanno potuto conoscere meglio l’universo della fotografia subacquea mondiale, anche tramite l’illustrazione di alcuni esempi di immagini premiate nei vari concorsi internazionali. Creatività e tecnica spinte a un grado di estremo virtuosismo! Un piacere autentico, per gli occhi e per lo spirito. Altre parole non basterebbero a descrivere meglio; se non ci si è trovati presenti fisicamente si è veramente perso più di qualcosa!

Manrico Volpi, trainer sub livornese doc che, già al culmine di una carriera di istruttore sub e formatore di istruttori d’immersione in tutte le specializzazioni tecniche, s’è interessato alle disabilità in acqua e in particolare, dal 2005, a ideare, strutturare e mantenere aggiornata nel tempo una metodica didattica completa e radicalmente innovativa dedicata ai subacquei privi della vista e/o ipovedenti! La sua relazione è stata una sorta di viaggio straordinario e comprensibile a tutti attraverso le principali tappe dello studio di questo rivoluzionario metodo “ASBI – Associazione Albatros-progetto Paolo Pinto-Scuba Blind International”. Ha coinvolto ogni intervenuto soprattutto l’analisi dei continui progressi compiuti, tangibili anche nei numeri con cui è oggi possibile sintetizzare i risultati ottenuti. Oggi ai subacquei non vedenti è consentito di svolgere turismo naturalistico ed esplorativo, attraverso una rete di diving predisposti con accompagnatori formati ad hoc da ASBI, al pari e spesso insieme con i sub normo vedenti, anche senza vincoli a percorsi-guida sagolati, reperti cartellinati obbligati sul fondo.

Prof. Gerardo Bosco, Professore di Medicina Iperbarica e Subacquea. Con al suo attivo 20 anni di esperienza clinica e di ricerca, attualmente è professore associato in Fisiologia dell’esercizio e direttore del Master di II livello in Medicina Subacquea e Iperbarica nonché del Corso di Management tecnico-sanitario in camera iperbarica presso il Dip. di Scienze Biomediche, all’Università di Padova. È stato assistente del Prof. PierGiorgio Data presso l’Università di Chieti, ricercatore poi presso la SUNY di Syracuse in USA con il Prof. Camporesi per lo studio del danno da ischemia/riperfusione nei ratti; è membro della facoltà internazionale del Duke Dive Medicine e del Center for Hyperbaric Medicine & Environmental Physiology di Durham; è stato VP UHMS 2016-2018, attualmente è Presidente SIMSI e membro EUBS. Le aree di ricerca d’interesse subacqueo sono la meccanica respiratoria e gli adattamenti cardiovascolari nelle immersioni, i disturbi metabolici e lo stress ambientale sulla tossicità dell’ossigeno indotta dall’esercizio. Ha evidenziato con le sue ricerche il ruolo preventivo della preossigenazione e della dieta chetogenica nelle immersioni. In fisiologia subacquea ha recentemente ottenuto un finanziamento come PI dall’Agenzia degli Stati Uniti, Office of Naval Research, per esplorare la capacità polmonare studiando i gas ematici arteriosi e l’ecografia polmonare in subacquei in apnea in profondità; studi eseguiti per la prima volta in immersione. Nella sua relazione il prof. Bosco in particolare ha rievocato scientificamente le imprese d’immersione estrema di Maiorca e Mayol, di Pelizzari e Zecchini, riferendo degli studi scientifici sull’ipossia, ossia l’insufficiente presenza di ossigeno nei tessuti; nonché sugli esperimenti circa la tossicità dell’ossigeno, al fine di suggerire ai subacquei tecniche e apprendimenti utili alla loro incolumità e al mantenimento del loro stato di salute.

Prof. Davide Scaradozzi. Ricercatore Universitario in Robotica e automatica del settore subacqueo. In particolare, egli è effettivo presso il Dipartimento dell’Informazione all’Università Politecnica delle Marche. Membro scientifico di ISME (Interuniversity Center of Integrated Systems for the Marine Environment), Referente all’Internazionalizzazione per la Facoltà di Ingegneria (UnivPM), Membro della commissione strategica di Ateneo per Internazionalizzazione e Sviluppo Reti (UnivPM) e Membro del Senato Accademico di UnivPM. Le sue ricerche ricadono nei campi della robotica e dell’automazione. Si occupa principalmente di Navigazione, Guida e Controllo di robot marini e terrestri, di problematiche di modellazione e controllo per l’interazione di sistemi robotici multiagente, prototipizzazione rapida, robotica educativa e meccatronica. Per quanto giovane, ha già lavorato con responsabilità tecniche, progettuali e organizzative in diversi progetti in collaborazione con enti e industrie nazionali e internazionali. È autore e co-autore di più di 100 articoli di ricerca e ha collaborato a libri nel campo dei sistemi a controllo complesso. Una finestra spalancata sul progresso nella ricerca di soluzioni di automazione che possano coadiuvare – se non addirittura forse sostituire – la presenza umana in immersione lavorativa civile (Commercial diving), specie in contesti particolarmente impegnativi, profondità elevate, condizioni proibitive o critiche e ambienti estremi. Oltre a permettere probabilmente ricerche subacquee d’ogni genere a più ampio raggio, maggior complessità e in tempi più brevi, onde ottimizzare il rendimento operativo e la sicurezza sotto il profilo lavorativo.

Jean-Pierre Imbert, studioso nel settore delle immersioni in saturazione. Altro comparto dal fascino praticamente “astronautico” e radicalmente legato all’esplorazione sottomarina, nel suo caso con impiego umano ad altissime profondità. Master in Ingegneria Biomedica conseguito all’Università della Pennsylvania (USA), ha accumulato enorme esperienza e capacità professionali in svariati campi delle immersioni, dalle commerciali alle militari, tecniche e di costruzioni in ambienti iperbarici. Soprattutto è uno dei maggiori esperti mondiali per la creazione di tabelle di decompressione anche per lavori subacquei a profondità dai 300 ai 1.000 metri, con numerosi progetti internazionali all’attivo. Dal 1982 al 1995 ricopre la carica di Direttore delle Immersioni per la ditta Comex (Francia) e, quale responsabile del database delle immersioni, sviluppa nuove procedure per poi revisionare e creare algoritmi decompressivi ad hoc. Sviluppa tabelle per lavori pubblici sotterranei, fra le quali quelle Francesi, quelle per il tunnel di Barcellona e quelle per il tunnel Tuen Mun di Hong Kong. Elabora procedure di sicurezza, tabelle decompressive per l’industria off-shore, per svariate ditte in molte nazioni, stilando altrettanto numerosi manuali d’impiego. Dal 1995 al 2005 è responsabile per la Francia dell’agenzia di subacquea tecnica IANTD, nel 2003 svolge addestramento militare per la marina della Corea del Sud e nel 2003 compie una spedizione al Polo Sud per lo Smithsonian Institute (USA). Detiene le qualifiche subacquee di Air Commercial Diver, CCR Trimix Instructor Trainer, Istruttore Sportivo CMAS 3 stelle. Ha pubblicato 5 libri di subacquea e conta oltre sessanta tra pubblicazioni e conferenze di alto livello.

Academy Award conferito all’associazione Cesena in Blu, un sodalizio di non antica esistenza ma già dedicatosi più volte a conferenze, convegni e altre iniziative di spessore sul sociale, la solidarietà e l’integrazione nelle attività subacquee, in particolare sulla divulgazione delle disabilità in acqua. L’Academy Award è stato materialmente consegnato a Sergio Cechet, vittima di un tragico incidente che, nel 1982, lo ha mutilato del braccio sinistro e reso cieco. Sergio, con le sue imprese sportive, è da allora dedito “a dimostrare – per usare proprio parole sue – che anche un grosso incidente non necessariamente blocca una persona, ma gli lascia il modo di migliorare, di uscire, di fare qualcosa per continuare a vivere”. Il tutto ha ribadito la connotazione di inclusione sociale in cui è stata declinata – insieme ai risvolti scientifici e tecnici – l’edizione del Tridente d’Oro di questo 2022. Un’altra importante trasmissione e condivisione di valori da (e con) tutta la comunità dei subacquei. Nella foto Pavia e Ferraro consegnano l’Academy Award a Sergio Cechet (a sinistra) e Franco Mancinelli.

Fin qui i nuovi Tridenti d’Oro 2022 di Trieste. Ma non si sarebbe chiamata “1^ Rassegna Internazionale Subacquea di Trieste” se non fosse stata una vera e propria “rassegna”, appunto: infatti, non solo ai sette nuovi Tridenti d’Oro e all’Award è stato riservato il palco d’onore e le connesse luci della ribalta, bensì anche ad alcune colonne portanti dell’AISTS – già Tridenti d’Oro da tempo – e ad alcuni studiosi e organi d’informazione partner di MNE che non hanno mancato di divulgare i valori dell’immersione sottomarina con proprie relazioni da provetti conferenzieri quali sono.

Il primo momento di questo tipo è stato quello della rivista periodica illustrata, “Nord Adriatico Magazine” testata giornalistica giunta al quarto anno di uscite, per Luglio Editore, direttore Silvio Maranzana, media-partner di MareNordest. Nel numero di settembre 2022 dedica un ampio speciale a MareNordest, all’Accademia di Scienze e Tecniche Subacquee e alle connesse attribuzioni dei Tridenti d’Oro nonché alla 1^ Rassegna Subacquea Internazionale di Trieste nel suo insieme. Oltre a questo, come di consueto, si occupa di attualità, economia, turismo, storia, scienze, ambiente, imprenditorialità e servizi, il tutto legato al mare, in particolare quello dell’Alto Adriatico prospiciente il porto e il golfo di Trieste e Monfalcone.

È seguito quindi il biologo e storico naturalista Fabio Morreale che, insieme all’Ing. Franco Cossutta, Direttore del Museo della pesca del Litorale triestino – Ribiški Muzej Tržaškega Primorja di Santa Croce – Križ e alla presenza dell’Ammiraglio Luca Sancilio, Vice Capo del V Reparto dello Stato Maggiore della Difesa e già Direttore Marittimo della Regione Friuli Venezia Giulia, hanno curato la presentazione del meraviglioso libro intitolato “Tonnare di ritorno“, autore lo stesso Fabio Morreale, edito da Natura Sicula edizioni. Nella foto da sinistra Franco Cossutta – Amm.Luca Sancilio – Fabio Morreale Questo tipo di tonnare, abbandonate nella prima metà del Novecento per la pescosità divenuta troppo scarsa, testimoniano secoli di storia e tradizioni: erano concentrate soprattutto sulla costa orientale-ionica della Sicilia e destinate alla pesca di tonni meno grassi, di rientro dai luoghi di riproduzione e che erano sfuggiti alle reti tese nella costa occidentale. La ricostruzione storica di quelle tradizioni e il lavoro editoriale che ne è scaturito hanno poi aperto a un confronto tra esperti del settore provenienti sia dalla costa dalmata sia dalla vicina Santa Croce, un borgo di pescatori abbarbicato sulla costiera triestina a 300 metri sul mare; che non si possono considerare solo “pescatori” in senso generale, bensì proprio “tonnaroti”! L’autentica perla del bellissimo incontro è consistita nel momento in cui i tre protagonisti hanno improvvisato un canto tradizionale dei tonnaroti, una di quelle nenie ritmate in coro all’unisono che servivano per rendere più tollerabili le interminabili fatiche delle varie azioni connesse alla tonnara, agendo da sprone e sostegno per portare a casa il risultato, che all’epoca significava letteralmente la sussistenza per moltissime famiglie.

La conferenza che si è succeduta è stata poi quella del Prof. Ferdinando Boero, Biologo Marino e Tridente d’Oro 2016: un autentico personaggio, un nome che è tutto un programma nella biologia dei mari, noto a livello mondiale. Chi non conosce o non ricorda i suoi studi e i suoi interventi sulle meduse, tanto per fare un solo esempio dei tanti possibili? Autore di centinaia di articoli scientifici e altrettante monografie, nonché di tre libri divulgativi, uno dei quali in particolare – “Ecologia della bellezza” – ha appassionato alle scienze della vita generazioni di giovani biologi e anche di semplici lettori curiosi per hobby di questo ambito così ricco di fascino. Altrettanti si sono dedicati alla biologia marina per professione attraverso l’ispirazione ricevuta da lui in ambito universitario. Come fulcro della sua esposizione ha parlato di Rupert Riedl (1925-2005), autore di “Fauna e Flora del Mediterraneo”, un libro che ancora oggi guida chi vuol sapere cosa c’è nel nostro mare, dalle microalghe ai cetacei. Ne è uscito un ritratto avvincente di Rupert Riedl attraverso il quale il Prof. Boero – con la sua maniera da fine narratore della Natura e della storia naturale – non ha mancato di esporre la propria visione olistica della biologia degli habitat naturali, ancora una volta con enorme capacità di sintesi e collegamenti tra campi diversissimi del sapere – per spaziare dall’evoluzionismo, alle neuroscienze, all’epistemologia – che proprio nella biologia delle acque incontrano un reciproco e mai casuale crocevia.

L’esposizione seguita nel programma – e molto attesa – è stata poi tenuta da Gianfranco Simonini, oggi Perito Giudiziario dopo una carriera nel Nucleo Subacqueo dell’Arma dei Carabinieri, già Tridente d’Oro 2020. Operatore Tecnico Subacqueo con qualifica nel settore della subacquea forense, autore proprio del libro “Subacquea forense”, Diogene Edizioni, si tratta del protagonista indiscusso dell’emergere di un’altra disciplina scientifico-tecnica ricca di fascino sebbene rimasta a lungo silente: la criminalistica subacquea! Dopotutto è lo stesso che già durante il suo periodo operativo in missioni di polizia scientifica nell’Arma contribuì a mettere a punto un metodo di rilevamento delle impronte digitali direttamente in immersione! Riportando casi investigativi reali, nella sua avvincente relazione ha inoltre spaziato anche sulle opportunità d’indagini storico-retroattive, come quella sull’evoluzione storica della perizia del palombaro Alberto Gianni sul vapore Cruz, affondato nel 1920; nonché degli elementi investigativi del bombardamento notturno di Bari del 2 dicembre 1943, ribattezzato “la seconda Pearl Harbour”.

Di fatto, l’apporto costituito dalle nuove capacità d’investigazione subacquea offre oggi un contributo straordinario e discreto al progresso civile delle comunità.

È stata poi la volta del Prof. Massimo Capulli –Tridente d’Oro 2021 – docente di Metodologia della Ricerca Archeologica, che ha condotto la conferenza dal titolo “Dalle acque dolci a quelle salate: ricerche di archeologia subacquea in Friuli Venezia Giulia”. «La nostra regione – ha spiegato Capulli – si distingue per essere un territorio posto “alla sommità” dell’Adriatico con l’imprescindibile caratteristica di essere da sempre una cerniera capace di unire uomini e merci delle civiltà del Mediterraneo con i popoli dell’Europa centro-settentrionale». Con un’esposizione brillante e ricca di dettagli su luoghi, strutture e temi molto cari a tutti i subacquei del Nordest Italia, come ad esempio i relitti, Capulli ha approfondito la scoperta di siti sommersi come il Relitto Caorle 1, il Relitto Grado 2 e il Relitto Stella 1, quest’ultima un’imbarcazione fluviale di epoca romana (I sec. d.C.) con la dimostrazione del materiale archeologico recuperato consistente in quasi 10.000 chilogrammi di reperti. Una sorprendete navigazione subacquea guidata nell’Alto Adriatico, cioè in quello che è stato rinominato con evocativa ma fondata suggestione “Il Mare dell’Intimità”.
Nella foto il Prof.Capulli, a sinistra, riceve la targa di Mare Nordest dal General Manager Edoardo Nattelli.

Il Prof. Pierre Thibault dell’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Fisica ha quindi introdotto la conferenza “Uno sguardo al mare con i Raggi X” e il connesso aggiornamento circa il progetto scientifico condotto sulla misurazione dei cambiamenti climatici attraverso lo studio… delle stelle marine! Già ospite nell’edizione Mare Nordest 2021 il Prof. Thibault ha infatti informato il pubblico sulla multidisciplinarietà della ricerca da lui condotta: in questi minuscoli echinodermi sono state rinvenute delle “spie” che possono costituire indicatori degli effetti del (e sul) surriscaldamento globale. Le osservazioni in merito vengono condotte grazie al potente microscopio Sincrotrone Elettra, una delle poche “macchine della luce” esistenti al mondo e preziosamente custodita proprio a Trieste. Dotato di una capacità estrema nel tradurre esperienze scientifiche di grande complessità in concetti facilmente fruibili dal pubblico non specializzato, il Prof. Thibault ha deliziato tutti con immagini di grande impatto e argomentazioni altrettanto suggestive.

L’ultima di questa tipologia di conferenze è stata quella altrettanto degna di nota tenuta a cura del Prof. Sandro Carniel, Oceanografo Tridente d’Oro 2021 per le sue attività di ricerca e divulgazione. Il Prof. Carniel, oltreché Oceanografo di fama internazionale, è Dirigente di ricerca del CNR e del Centro CMRE della NATO. Si occupa di cambiamento climatico e in particolare del ruolo e degli effetti che possono avere gli oceani in tale contesto che – giova ricordarlo – ha dimensioni ad estensione planetaria. Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche di settore, è anche un apprezzato divulgatore e scrittore. Nel 2018 si è aggiudicato il Premio Costa Smeralda con “Oceani, il futuro scritto nell’acqua” con Hoepli edizioni (un titolo che già da solo dice tutto!), seguito nel 2019 sempre per Hoepli da “C’era una volta il bosco – gli alberi raccontano il cambiamento climatico”. Con lui si è ribadita la necessità di una sempre maggior consapevolezza su quanto e come i mari e gli oceani siano strettamente connessi con le esistenze di ciascuno di noi. Al punto da determinarne i destini di sopravvivenza – o meno – sul nostro pianeta Terra. Che, visto dallo spazio, non a caso, è tutto blu.
Nella foto il Prof.Carniel, a destra, riceve la targa di Mare Nordest dal General Manager Roberto Bolelli.

La 1^ Rassegna Internazionale Subacquea di Trieste, ha ospitato inoltre seminari, workshop e incontri di approfondimento che hanno magistralmente toccato i temi più attuali del monitoraggio del mare, la depurazione delle acque, l’inquinamento da micro e nanoplastiche ma non solo. Infatti, oltre alle iniziative a conferenza descritte fin qui, c’è stato l’impianto di laboratori e attività a cura dei principali partner istituzionali scientifici della manifestazione e cioè l’Università degli Studi di Trieste, l’OGS Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale, il Museo Nazionale dell’Antartide – Sezione di Trieste, l’AMP Area Marina Protetta di Miramare.

Un grande successo, testimoniato infatti dalla particolare affluenza di bambini ai vari laboratori didattici. Bambini guidati dalla prof.ssa PhD. Renata Lucchi, dott.ssa Fiorenza Torricella, Chiara e Deborah. E con la particolare attenzione dell’Assessore educazione, scuola, giovani e famiglia del Comune di Trieste, Nicole Matteoni, cui va la riconoscenza degli organizzatori anche per aver consegnato gli attestati di partecipazione.
Nella foto Tiziana Tassan CEO Mare Nordest

I “Laboratori didattici” a cura di OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, MNA – Museo Nazionale dell’Antartide, WWF, AMP Miramare e Mare Nordest sono stati in particolare curati da Monica Rana a destra nella foto e Manuela Rizzo a sinistra.

Il Marine Litter ha avuto dedicato un desk informativo del progetto Marless (Interreg Italia-Croazia 2014-2020) a cura di WWF AMP Miramare sull’impatto delle macro e microplastiche sull’ambiente marino e metodologie di prevenzione e monitoraggio dei rifiuti marini…

Si è fatta molto notare infine la Conferenza “Sostenibilità e avanguardia dal disegno all’acqua”, a cura di Audace Sailing Team con Greta Eline Poclen, responsabile studi LCA – impatto ambientale e Collaboratori.

C’è stata in permanenza perfino la Mostra di Arte Contemporanea sullo stato del Mare a cura di Mare Nordest e Art Projects Association e la Mostra “C’è molto di noi in questo mare” realizzata da WWF AMP Miramare nell’ambito del Progetto MARLESS.

Questa 1^ Rassegna Subacquea Internazionale di Trieste ha quindi confermato e rilanciato la centralità di Trieste quale polo scientifico e della divulgazione scientifica di riferimento non solo per l’intero Nordest Italia e Alto Adriatico ma anche per l’intero nostro Paese.

Romano Barluzzi – Tridente d’Oro 2021
Direttore Serial Diver – www.serialdiver.com

La sala della Tensostruttura
La Sala di Rappresentanza del Palazzo della Regione