2^ RASSEGNA SUBACQUEA INTERNAZIONALE – 12^ MARE NORDEST

INTERNATIONAL ACADEMY OF UNDERWATER SCIENCES AND TECHNIQUES
ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI SCIENZE E TECNICHE SUBACQUEE

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Si è svolta a Trieste il 26, 27, 28 maggio 2023 la 2^ Rassegna Subacquea Internazionale in concomitanza con la 12^ edizione di Mare NordEst, entrambi gli eventi sono stati organizzati dall’associazione Mare Nordest.

Il programma ha visto alternarsi i conferimenti di 2 Tridenti d’Oro, 1 Academy Award, le conferenze di 4 Tridenti d’Oro e vari eventi culturali scientifici. Si è svolto fra la prestigiosa cornice della sede della Regione Friuli-Venezia-Giulia ed una tensostruttura in Piazza Unità d’Italia. Nella foto la platea nel Salone d’Onore del Palazzo della Regione F.V.G.

Tutti i conferimenti e le conferenze sono stati presentati dal Direttore Edoardo Pavia che ha svolto anche le funzioni di interprete multi-lingue mentre il conferimento materiale del premio, con la lettura della motivazione e la rituale affissione della spilla sulla giacca del premiato, sono stati effettuati, come prevede il cerimoniale, dal Presidente Paolo Ferraro. Nella foto Roberto Danovaro, Edoardo Pavia, Giuseppe Mastronuzzi.

Partner istituzionali scientifici della manifestazione sono stati l’Università degli Studi di Trieste, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica – OGS, entrambi con patrocinio; il Museo Nazionale dell’Antartide – MNA, Centro Studi Astronomici Antares e VisitMalta la Fondazione Pietro Pittini coordinati da Monica Rana, Environmental Outreach e Manuela Rizzo, Educational Outreach di Mare Nordest.

La Cerimonia di conferimento dei premi “Tridente d’Oro” è stata inaugurata presso il Salone di Rappresentanza della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, portando a Trieste alcune tra le più importanti e influenti figure che si sono distinte nell’ambito delle attività subacquee, avendo contribuito significativamente al progresso scientifico.  Sono intervenuti il Vicepresidente con delega alla Cultura e Sport, Mario Anzil in rappresentanza del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga; gli assessori regionali alle Autonomie Locali Pierpaolo Roberti e alla Difesa dell’Ambiente, Fabio Scoccimarro; l’assessore comunale alle Politiche Sociali Massimo Tognolli in rappresentanza del Sindaco Roberto Dipiazza e l’Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo, Giorgio Rossi; il Capitano di Vascello Luciano del Prete, Direttore marittimo del Friuli Venezia Giulia e comandante della Capitaneria di Porto di Trieste; il Capitano di Vascello Emilio Ratti in rappresentanza del Contrammiraglio Massimiliano Rossi, Comandante del COMSUBIN – Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori Teseo Tesei, il Senatore Roberto Menia e con un videomessaggio il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Sen. Claudio BarbaroEster Colizza, Direttrice del Museo Nazionale dell’Antartide; Vittorio Torbianelli, Segretario Generale in rappresentanza del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino; il Sindaco di Muggia, Paolo Polidori; il Presidente di Trieste Trasporti, Maurizio Marzi Wildauer.

Il primo Tridente d’Oro 2023 è stato conferito al Prof. Giuseppe Mastronuzzi, illustre geologo italiano noto anche all’estero (Professore Ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia, Preside del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Bari) per avere svolto ricerche in Nord Africa, America ed Europa conducendo studi nell’ambito di progetti nazionali e internazionali su: dinamica dei paesaggi glaciali e periglaciali; dinamica e tettonica carsiche; variazioni del livello del mare e tettonica; dinamiche costiere e attività antropiche; effetti dell’impatto di onde estreme. Ha partecipato a numerose crociere oceanografiche nel Mediterraneo e nell’Atlantico. Visiting scientist presso il Bedford Institute of Oceanography (Canada) nel 1995 e nel 1998, presso l’Università di Reading (UK) nel 1996 e nel 1997, presso l’Université de Rennes 2 (Francia) nel 2003, dove ha anche insegnato nel 2004 e 2013, nonché presso l’Università di Aix-Marseille (Francia) nel 2011. È stato delegato italiano in diversi progetti IGCP (437, 495, 588) di IUGS – UNESCO sulla dinamica delle coste e variazioni del livello del mare (argomenti principali della relazione con cui ha appassionato il pubblico intervenuto); attualmente è il delegato italiano nel progetto IGCP 639. Nella foto Paolo Ferraro e Giuseppe Mastronuzzi.

Il secondo al Professor Roberto Danovaro, Biologo (Italia). Professore Ordinario di Biologia Marina, Ecologia Marina ed Etica ambientale presso l’Università Politecnica delle Marche, Danovaro svolge attività di ricerca focalizzate principalmente sullo studio del funzionamento degli ecosistemi marini. Occupa posizioni di vertice in decine di comitati e consigli scientifici nazionali ed esteri rivolti al mare. Ha partecipato a oltre 40 spedizioni scientifiche e campagne oceanografiche in Antartide, dove ha trascorso 3 mesi; in Oceano Pacifico, Indiano ed Atlantico; in Mar Nero e Mar Mediterraneo. Membro del Comitato editoriale di numerose riviste internazionali, è Autore di circa 180 articoli su oltre 60 riviste internazionali ISI con Impact Factor e del libro Methods for the study of deep-sea biodiversity and ecosystem functioning. Insignito nel 2010 dalla Società Oceanografica Francese del premio al miglior ricercatore in campo marino. Premiato come miglior biologo marino del 2010, è Speaker in numerosi congressi nazionali e internazionali. Esperienza che gli ha permesso un’esposizione magistrale, istrionica, di quelle in grado di rapire letteralmente l’attenzione di tutto il pubblico intervenuto. Nella foto Paolo Ferraro e Roberto Danovaro.

L’Academy Award è andato alla Società C.A.B.I. CATTANEO SpA, azienda italiana costruttrice di imbarcazioni speciali e mezzi subacquei. Ha ritirato il premio Alberto Villa, presidente e amministratore delegato. Dal momento che questa eccellenza tra le produzioni di subacquea rifornisce principalmente il mercato delle Forze Operative Speciali sia italiane sia estere, ovvie ragioni di riservatezza le impongono la minor esposizione mediatica possibile, sebbene le sia riconosciuto assoluto prestigio tra gli addetti ai lavori. Anche perché la sua storia viene da lontano: fondata nel 1936 da Giustino Cattaneo, ha prodotto i componenti del motore per i primi motoscafi esplosivi MT. Nel 2016 l’azienda ha partecipato per la prima volta alla fiera Seafuture. Nel 2018 ha presentato il veicolo “avvicinatore incursori” Deep Shadow per un equipaggio di due persone e una capacità di carico di quattro sommozzatori da combattimento. La vicinanza di intenti, professionalità e collaborazione con il COMSUBIN Comando Subacquei e Incursori della MMI è nel naturale divenire di questa protagonista delle produzioni subacquee più specializzate. Nella foto da sinistra Edoardo Pavia, Paolo Ferraro, Alberto Villa.

La Rassegna ha visto alternarsi ai premiati alcuni Tridenti degli anni precedenti che hanno trattato i temi di loro competenza. Il primo dei quali è stato l’operatore di immersioni tecniche Neven Lukas (Croazia), già Tridente d’Oro 2022. (Nella foto). Ex Presidente della Croatian Diving Federation-HRS, co-fondatore dell’International Association Handicapped Divers – Adriatic, giudice e membro della Commissione Apnea della CMAS World Records, Neven Lukas, consulente per le immersioni con miscele per il Ministero della Difesa Croato e del Ministero degli Interni del Montenegro, è stato membro delle spedizioni sui relitti della corazzata Szent Istvan e del bombardiere B-17 della Seconda guerra mondiale “VIS Flying Fortress”. Nel suo intervento, Lukas ha ripercorso la storia delle campagne d’immersione sul relitto della corazzata ”Szent Istvan” (Santo Stefano), una rassegna di 22 anni di spedizioni, organizzate dall’Istituto Croato di Conservazione e Ministero della Cultura, dal 1997 al 2019. Ha parlato anche dello sviluppo dell’immersione tecnica, dal circuito aperto in aria fino alle tecniche di immersione con circuiti chiusi, per esplorazioni del relitto con lo scopo di individuare e recuperare alcuni degli artefatti. Nello specifico, la trattazione ha riguardato la spedizione del 2019, di cui il relatore ha tratteggiato gli obiettivi: evidenziare lo stato del relitto dopo 101 anni dall’affondamento e procedere al recupero di manufatti per conservazione, musealizzazione e futura esposizione. Infine si è soffermato sull’uso delle tecniche di respirazione subacquea con apparecchi a circuito chiuso per penetrazioni documentative nel relitto

Il programma è proseguito con la Conferenza di Piero Mescalchin (nella foto): già Tridente d’Oro 2021, divulgatore e video operatore subacqueo, ha al suo attivo oltre 3mila immersioni nell’Alto Adriatico, di cui è diventato uno dei più profondi conoscitori e dal quale ha ricavato materiale documentaristico di grandissimo valore divulgativo. Non è un caso se ha fatto conoscere al grande pubblico l’esistenza di quelle formazioni rocciose – ancora in parte misteriose e così caratteristiche dell’Alto Adriatico – chiamate “Tegnue”, oasi sommerse, dall’elevatissimo grado di biodiversità e straricche di vita in un fondale marino ritenuto a torto piatto e sabbioso. Sempre non per caso, Mescalchin ne è diventato il più strenuo difensore contro ogni minaccia di depauperazione. I suoi documentari tra l’altro hanno ottenuto numerosi riconoscimenti in diversi festival e concorsi anche all’estero, conferendo alla sua divulgazione naturalistica tutta quell’aura d’internazionalità che merita.

Un’altra conferenza è stata tenuta dal Professore di Archeologia Subacquea Massimo Capulli (Italia), già Tridente d’Oro 2021. Docente di metodologia della ricerca archeologica all’Università di Udine – Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale, ha condotto come tale ateneo la prima campagna di archeologia subacquea lungo il versante marino dell’isola del Lido di Venezia, realizzata con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio, per il Comune di Venezia e Laguna e con il supporto dell’Institute of Nautical Archaeology (Usa). Le sue indagini archeologiche nel caso specifico si sono concentrate sulle acque antistanti la spiaggia di San Nicoletto e hanno riguardato i resti di un relitto risalente all’Ottocento del millennio scorso. Il prof. Capulli ha relazionato sul tema: “Tra Laguna e Mare. Relitti di età Romana nelle acque di Grado”. In pratica, ha presentato i risultati degli ultimi studi che gettano nuova luce sull’importanza di questo scalo (l’isola di Grado separa l’alto Adriatico dalla omonima laguna ed è stata per secoli una delle vie d’accesso alla metropoli aquileiese – n.d.r.), sulle tracce materiali di questo snodo di passaggio per uomini e merci e sulla tecnologia navale impiegata. Nella foto Roberto Bolelli, Massimo Capulli, Edoardo Natelli.

E’ stata quindi la volta della relazione intitolata “Il relitto dello Scirè – 15 anni di studi e ricerche”, a cura di Fabio Ruberti, nella foto, Tridente d’Oro 2021. Lo Scirè faceva parte delle unità di supporto della Flottiglia denominata X MAS (Decima MAS), un comando in gran parte coperto dal segreto – oggi si dire bbe “classificato”! – e composto da uomini e mezzi con il compito di sabotare le unità nemiche all’interno delle loro basi portuali. I più grandi successi del Regio sommergibile Scirè furono nel 1941 l’attacco al porto di Gibilterra e a quello di Alessandria, a seguito del quale gli “SLC – siluri a lenta corsa” trasportati provocarono l’affondamento di numerose navi nemiche.

Ed infine la conferenza su “La storia della Viribus Unitis e il suo affondamento a Pola”, a cura del Dr. Ugo Gerini, nella foto. La SMS Viribus Unitis era una possente corazzata della imperiale e regia Marina austro-ungarica, ma fu affondata il 1º novembre 1918 nel porto di Pola in seguito all’incursione di una piccola unità d’assalto italiana, in quella che fu poi ribattezzata “Impresa di Pola”. Impressionante è apparsa a tutti l’accurata ricostruzione della vita militare a bordo della poderosa unità da battaglia austro-ungarica, nonché il contesto in cui maturarono le condizioni per la cosiddetta “Impresa di Pola” più ancora dell’impresa stessa

Molto interessante la visita alla nave oceanografica Laura Bassi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale italiano di Trieste, partner di questa edizione di Mare NordEst, guidata dal Prof.Franco Coren, Direttore dell’OGS. Nell’estate australe ha raggiunto il punto più a Sud mai raggiunto da una nave (latitudine di 78° 44.280′ S), esplorando un sito fino a oggi inesplorato del Mare di Ross.

Vi sono stati imbarcati come ricercatori alcuni Tridenti d’Oro il più recente dei quali il neo Tridente 2023 Prof. Giuseppe Mastronuzzi.

A conclusione riportiamo la relazione” pronunciata dal Capitano di Vascello Emilio Ratti, in rappresentanza del Contrammiraglio Massimiliano Rossi, Comandante del COMSUBIN – Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori Teseo Tesei. Si è trattato dell’intervento più appassionato e ricco di autenticità che potessimo testimoniare da un personaggio così schivo e (anche per ruolo) riservato. Parole che – sia detto senza retorica alcuna – hanno scaldato il cuore e mosso l’emozionata ammirazione di tutti. Nella foto da sinistra Alberto Villa della Cabi Cattaneo, C.V.Emilio Ratti, Edoardo Pavia.

Romano Barluzzi – www.serialdiver.com

«Sono del Comando Subacquei e Incursori Teseo Tesei, porto i saluti dell’ammiraglio Comandante Contrammiraglio ROSSI (impegnato – dato il periodo – con questioni operative), peraltro i nostri subacquei sono al momento impegnati anche in Emilia Romagna nel soccorso alle popolazioni alluvionate. Penso che il Com.Sub.In sia già ben noto, comunque veniamo considerati un po’ il “sancta sanctorum” della subacquea, in tutti i sensi, ma in particolare in quello militare. Il Comando è un comando operativo che raggruppa in realtà due gruppi operativi, il GOS gruppo operativo subacquei (si tratta di sub del settore difensino-lavorativo, del soccorso sommergibili, lavori subacquei, lo sminamento, cioè raccolta e distruzione di ordigni post-bellici sparsi per il mare, con molta attività anche nel sociale, per esempio l’organizzazione d’immersioni con portatori di disabilità); e il GOI gruppo operativo incursori, la componente diciamo un po’ più “ostica” (io sono sia “palombaro” sia incursore, ma con carriera fatta in quest’ultimi), siamo un po’ schivi, abituati a non farci molto vedere né a raccontare in giro cosa facciamo perché si tratta quasi sempre di operazioni molto “classificate”. Le nostre origini sono quelle di “affondatori di navi”, con le principali componenti storiche che erano gli SLC siluri a lunga corsa, o “maiali”, e i “nuotatori gamma”, in quanto andavano sott’acqua. Tra l’altro tali origini – anche se è cosa meno nota – vengono proprio dal nordest: il distintivo di ComSubIn ha in sé un caimano, deriva dai “caimani del Piave”, che combatterono nella prima guerra mondiale; così come Paolucci e Rossetti affondarono una nave, la Viribus Unitis, trascinando una mignatta in superficie, dato che non si poteva ancora andare sott’acqua, ci si andava solo con lo scafandro da palombaro. E non si poteva certo attaccare una nave facendo le bolle in superficie o avvicinandosi a essa con un natante che passava l’aria a qualcuno sott’acqua da poppa! Però Belloni, nella seconda guerra mondiale, uno dei miei predecessori, inventò l’ARO autorespiratore a ossigeno – adattando un autorespiratore di autosoccorso per la fuoriuscita d’emergenza da sommergibili – e lì nacquero queste due importanti componenti, appunto i “maiali” di Teseo Tesei e Toschi, questi semoventi subacquei che andavano sotto la nave e vi sganciavano la carica per affondarla; e l’altra, degli “uomini gamma”, forse meno conosciuta, con i due personaggi più famosi, Eugenio Wolk e Luigi Ferraro, padre di Paolo, medaglia d’oro al valor militare…seppellito qua a Trieste! Assieme alla sua inseparabile Orietta, triestina, che è stata la prima incursore donna della storia. Dalle tecniche di addestramento che impiegavano, basate appunto sull’uso esteso dell’ARO, si costituì questa componente, che si preparava in Accademia Navale a Livorno e dalla quale nacquero i prodromi delle moderne attività subacquee sportive-ricreative, ossia la cosiddetta attività “scuba”, l’immersione libera e autonoma in mare. Il termine “sommozzatore” deriva proprio da quella componente, dal termine napoletano “sommozzar”, poi anche dal romanesco, come riportato perfino in una canzone, “L’uomo siluro”: “inglese mio carissimo preparati a nuotar, noi veniamo a sommozzare, sommozzar vicino a te; siamo quelli del Serchio, siamo la gente matta, Tesei, Giobbe e Moccagatta vogliamo vendicar!” Concludo, salutando ovviamente Schergat, Ferraro, tutti i nostri eroi che sono caduti e ringrazio le due associazioni – Mare Nordest e Accademia AISTS – per le iniziative che stanno portando avanti. Abbiamo delle grosse carenze di vocazione tra il nostro personale, sia tra i subacquei sia tra gli incursori; perciò onore a voi che promuovete queste attività e questi valori, perché il mare divide i Continenti ma unisce gli Uomini. A mio avviso, ma da parte di tutti quelli che appartengono a questa componente, indipendentemente dalla nazionalità, dal colore della pelle, dallo status sociale, dal credo politico o religioso…chi va sott’acqua, chi va per mare, come chi va in montagna, condivide identici ideali e il rispetto profondo per l’ambiente dove opera.»