I Palombari del COMSUBIN e la riattivazione del Porto di Pantelleria

Gli eventi meteomarini quando sono rilevanti hanno spesso gravi conseguenze sulle infrastrutture costiere che richiedono lavori di ripristino lunghi e costosi e, non di rado, interventi di alta tecnologia.

Uno di questi casi, la cui risoluzione è avvenuta grazie all’intervento dei palombari del COMSUBIN di La Spezia, ha riguardato l’interno della diga foranea del Porto Nuovo di Pantelleria che era stata resa inagibile dal 2012 a causa di una violenta mareggiata con importanti ripercussioni sul traffico navale da e per l’isola in quanto la struttura era stata costruita per essere destinata all’ormeggio non solo dei traghetti di linea, che assicurano la continuità territoriale con la Sicilia, ma anche quale centro nevralgico del traffico marittimo nel Mediterraneo Centrale.

In dettaglio l’operazione è stata svolta dai Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) nell’ambito di una esercitazione denominata SDAI SUD e ha permesso di eliminare un grosso masso in calcestruzzo di circa 146 tonnellate, che da 6 anni impediva l’utilizzo della banchina.

La scelta dell’isola di Pantelleria ha avuto il duplice scopo di poter far esercitare i Palombari del Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di stanza in Sicilia all’impiego del Cardox CO2 System, una tecnologia avanzata che consente di eliminare ostacoli subacquei anche di grosse dimensioni senza ricorrere all’uso di esplosivi e, di conseguenza, senza impattare o danneggiare con l’ecosistema marino.

Le operazioni subacquee sono durate 18 giorni e hanno comportato 300 ore d’immersione dimostrando ancora una volta le elevate capacità operative possedute dai Palombari del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin, sempre più spesso rese disponibili alla collettività in quelle che

tecnicamente sono definite attività complementari. Quanto alla tecnica impiegata, il Cardox CO2 System, si è trattato di una tecnica sperimentale impiegata in uno scenario reale che ha visto un preventivo scavo di una serie di fori nell’ostacolo sommerso nei quali è stata poi insufflata anidride carbonica liquida. Il gas, espandendosi, ha esercitato all’interno del masso una forza di circa 12 tonnellate provocando la conseguente rottura in vari pezzi dell’ostacolo sommerso senza necessità di ricorrere ad esplosivi.

L’importante operazione verrà commentata e descritta nel corso di un incontro promosso dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee da parte del C.F. Bruno Rocca – Ufficiale Superiore della Marina Militare, già Comandante del Gruppo Operativo Subacquei di COMSUBIN, di cui è attualmente il Capo Sezione Materiali ed Impianti Subacquei dell’Ufficio Studi. Tridente d’Oro 2018, Bruno Rocca vanta una lunga ed intensa carriera nei Reparti Subacquei dove ha operato in Italia e all’estero, spesso in contesti emergenziali, in tutte le operazioni di recupero più delicate, per le quali è stato insignito con due Medaglie al Merito di Marina, dove ha maturato un bagaglio di conoscenze e competenze uniche che pone quotidianamente al servizio della Forza Armata e della Nazione.

L’appuntamento con il C.F. Bruno Rocca è fissato per sabato 2 Marzo alle ore 12 presso la sala Madrigale all’interno degli spazi espositivi della fiera di Bologna.

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